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martedì 1 giugno 2010

Cagli 2010 - "Ritorno alle radici"

La data ormai era cerchiata di rosso e segnata con una nota formata da una sola parola, a caratteri cubitali: Cagli. Già, una parola, il nome di un paese riesce ad evocare sensazioni ed emozioni come raramente riesce a fare. Il lavoro ti massacra, riempie pienamente le tue giornate, spesso cancellando i piccoli spazi temporali che ognuno si ritaglia per creare un attimo di pausa. Troppe sono state le occasioni fissate per incontri, rimpatriate, risalite nella terra nativa saltate per un impegno dell'ultimo minuto o per una trasferta.

No, mi sono detto, per Cagli non ci sono santi che possano tediare una ricorrenza felice. Per tutta la settimana precedente l'evento fantastichi con la memoria e cerchi di recuperare le emozioni che la festa della pipa ogni anno ti può offrire. Ma questa è stata la festa della rimpatriata, dell'incontrare vecchi e nuovi amici, rivedere anche solo facce che mancano da più di sei mesi nella tua mente.

Ormai il sabato è arrivato: senti il presidente che sta scendendo dalla nativa Bergamo in compagnia dell'onnipresente Pex, Fausto scende con la famigliola al completo... e cerchi nel frattempo di riallacciare discorsi, o almeno tenti di ricordare come si fa una gara di lentofumo...

Domenica mattina, ore 6.30: la sveglia suona implacabile e il tuo corpo, provato da sole cinque ore scarse di sonno, implora un goccio di caffè per far risvegliare i sensi intorpiditi e far riconnettere i due poveri neuroni ancora accesi. Alle otto io e un mio carissimo amico conosciuto a Roma, Simone, siamo ormai in macchina e pronti a partire. Niente traffico sul raccordo, niente di niente: si fila via, lisci come l'olio. I paesi e le città scorrono sotto i nostri occhi: Orvieto, Terni, Perugia, Gubbio. Seguendo la via Flaminia arrivi in questo piccolo mondo antico (mi si perdoni la citazione guareschiana) chiamato Cagli: giusto il tempo di andare a parcheggiare il mezzo e di precipitarsi al tavolo dell'iscrizione alla gara. Lì rivedi Annalisa e Fiorenzo, e subito dopo una sagoma losca con una camicia variopinta ti assale da dietro: è lui, il presidente, il Conte. Poi arrivano il Pex e Fausto... quante emozioni racchiuse in abbracci così calorosi. E mai parole più veritiere sono salite dal cuore: mi siete mancati, ragazzi.... Poi un salto dai soliti artigiani, da salutare dopo due anni di assenza: Corrado, il buon vecchio Frank, Amorelli, Santambrogio, il Duca... Tanti, ma ancora riconoscibili.

Il tempo vola via in chiacchiere e in men che non si dica gli stomaci cominciano a brontolare, sapendo però che nel chiostro stanno cucinando. Le gambe sono più veloci dei ragionamenti, e in men che non si dica sei già al tavolo a buttar giù polenta, formaggio e salumi vari...


Altro giro, altro caffè e l'appuntamento è al palazzo vescovile, sede della gara: solite facce (ma anche alcuni neofiti, 44 persone in gara è un numero discreto) ma la stessa atmosfera di amicizia...
Il tabacco era una cosa immonda e infumabile (era il Rattray's High Society), ma il Berghem non si scoraggia per così poco e tira fuori tutto se stesso. Il Pex cade rovinosamente, pure io non vado tanto bene, ma Fausto e il Conte tengono. Restano alla fine in tre: il Mauro Cosmo (semper lù), Zampieri e la Luciana Pincin. Se pensate che Cosmo ha spento a 1 ora e 45 e che la metà dei partecipanti ha spento prima dei 40 minuti, fate i vostri calcoli....

E' arrivato il momento delle premiazioni: prima gli individuali, poi il club. Rapido calcolo mentale: primo Fenice, secondo Legio, e il terzo? Il Conte lancia uno sguardo che è tutto un discorso, e con due parole lapidarie riesce a creare l'atmosfera adatta: Siamo noi...

Infatti appena viene confermato il terzo posto della classifica a squadre, non capisco più nulla e l'entusiasmo è alle stelle. La coppa è ritirata, le foto son terminate e l'appuntamento a Cagli 2011 è già stato dato. Giusto il tempo di salutare velocemente tutti e siamo già sulla via del ritorno, con uno splendido tramonto che si staglia dietro le colline perugine, creando vivaci giochi di colori con le nuvole cariche di pioggia e le ginestre che si stagliano verso il cielo.

Giunto a casa ho giusto il tempo di accendere il computer e di segnare nuovamente la data: Cagli 2011. Questa volta non me lo perdo, in attesa di vederci tutti quanti non appena il lavoro me lo consentirà e, per chi vorrà venire, alla gara di settembre a Roma.

Mi mancate tutti, di cuore....
Angelo

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